Rinascimento ticinese. 9 Itinerari

È tradizione ormai piuttosto consolidata quella di affiancare il catalogo di una mostra con un volume di itinerari che diano conto delle opere d’arte diffuse sul territorio che non si è potuto portare in mostra essendo affrescate, poiché delicate o perché intrasportabili. Si tratta di un modo per far comprendere quale sia il contesto che ha generato i capolavori esposti e per valorizzare il patrimonio artistico del territorio. Se ben fatti, si tratta di strumenti utili anche oltre la conclusione della mostra. Quella che risulta eccezionale in questo caso è la cura messa nel realizzare il volume che, contrariamente a quanto avviene di solito, non è un opuscolo, figlio di un dio minore rispetto al catalogo della mostra, ma ne è un vero alter ego, che lo completa sullo stesso piano d’importanza. Si tratta di una scelta significativa che sigilla gli studi condotti per realizzare questa mostra e stabilizza le rivoluzioni conoscitive messe a punto grazie agli studi stessi. Un volume di Itinerari, arricchito da due scritti: un’introduzione di carattere storico firmata da Giuseppe Chiesi e un saggio sull’architettura di Nicola Soldini, ma non solo. Attraverso questo agile volume – che ogni ticinese dovrebbe avere non sul comodino, ma sul ripiano vicino alla porta, sempre pronto da tirar su insieme alle chiavi e alle sigarette prima di uscire – 25 luoghi topici del Rinascimento ticinese trovano spazio sul proscenio della bellezza e, perché no, dell’orgoglio regionale. Non bastasse, in uno slancio d’intelligente generosità del sapere, il visitatore occasionale troverà in ognuno dei 25 luoghi d’interesse artistico un curato pieghevole distribuito gratuitamente, estratto del volume. E allora, guida alla mano, grazie a questo straordinario regalo fatto aiTicinesi dai curatori della mostra, è il tempo di riappropriarsi di ciò che è nostro, di stupirsi della ricchezza di un tessuto culturale come quello ticinese e di iniziare il proprio viaggio alla scoperta di quell’affresco, statua o pala d’altare che si aveva sotto gli occhi ma non si aveva mai guardato veramente o di quella chiesa e castello che ci si è sempre ripromessi di andare a vedere, ma che non si è mai scelto di raggiungere. Impossibile scegliere tra i tesori messi a disposizione, anche perché luoghi iper conosciuti regaleranno ancora scoperte inaspettate ma, nell’ultimo giorno dell’anno, una visita alle mete finora ignorate andrà necessariamente aggiunta ai buoni propositi per il 2011. Anche solo scorrendo le immagini di questa doppia pagina, si ha chiara l’impressione che quello che si aprirà agli occhi del visitatore è un nuovo Ticino, una nuova terra, con le sue radici, i suoi fiori e frutti tutti da (ri)scoprire.

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