Buon anno: il regalo di Jenni Lake

La vicenda è tanto semplice quanto straordinaria. Jenni Lake, una ragazza statunitense di 17 anni dell’Idaho, scopre di avere un gravissimo tumore. Per poter avere qualche speranza di vivere inizia immediatamente a sottoporsi a pesanti cicli di chemio. Ma, dopo qualche settimana, Jenny scopre di aspettare un figlio da Nathan, il fidanzato poco più grande di lei. Se vuole continuare a curarsi deve rinunciare alla gravidanza. Probabilmente ai medici non sarà sembrata nemmeno una scelta da prendere, semmai un doloroso e necessario sacrificio. Ma la diciassettenne dell’Idaho non l’ha pensata così e, senza alcuna esitazione, tra la sua vita e quella del figlio, ha scelto la seconda.
Una quindicina di giorni fa è nato Chad e, dopo 12 giorni, è morta Jenni.
Di fronte al contraccolpo che provoca una storia come questa, si scolora qualsiasi barricata tra Pro-life e Pro-choice: si ha solo voglia di stare in silenzio e ringraziare Jenni del suo semplice coraggio. Perché quello che atterrisce è la “semplicità” di questa storia. Ci sono state altre donne coraggiose come lei e, ad un lombardo, non può non venire in mente Gianna Beretta Molla; ma quanta diversità di maturità, esperienza e fede allontanano la Santa italiana da questa giovanissima americana?

Basta guardare le sue foto. Jenni viveva in una cittadina sconosciuta: Pocatello, era una ragazza affatto trendy, con un trucco Heavy metal alla Avril Lavigne, con un piercing al naso, uno sotto al labbro, due tatuaggi sul braccio, i capelli tinti di due colori diversi e che rimane incinta a 17 anni. Non era un’attivista di una setta evangelica – magari indottrinata da un reverendo o dai genitori – ma un’apprendista tatuatrice… Insomma, niente di più di una diciassettenne un po’ tamarra e sovrappeso. Eppure, da un luogo provinciale come Nazaret, grazie a una ragazza non perbene, arriva a noi questo lancinante e commovente grido di amore per la vita. Irrompe la forza di una scelta che, proprio perchè a prenderla è stata una ragazza così, ha l’aspetto di una straordinaria e sconcertante naturalezza, che ce la fa sembrare dolorosa ma necessaria.

Credo non ci sia un augurio più bello per questo 2012 che inizia, perchè non c’è recessione economica, sacrificio finanziario, ignoranza o incomprensione che non vengano bucati da questa fiducia ragionevole nella vita. Ragionevole perchè il piccolo Chad avrà una risorsa inesauribile, potrà contare su una riserva di energia e d’amore inebrianti. L’inesperienza di un padre tanto indifeso e l’affanno di una famiglia impegnata a sostituire una madre che non c’è più saranno sostenuti e travolti dalla consapevolezza di essere stato voluto, voluto fino alla morte, fino al sacrificio. Ogni giorno, in ogni circostanza, potrà confrontare questa preferenza assoluta con il pasticcio che gli capiterà di vivere, con la nostalgia che la giornata si porterà con sé. Chad potrà mettere sul tavolo la carta pesantissima di essere, in tutto e per tutto, strutturalmente, esito di uno sconsiderato atto d’amore. Ecco, questa storia semplice di Jenni Lake, ragazzina diciassettenne di Pocatello-Idaho, regala anche a noi una carta per affrontare l’anno che inizia, invitando ciascuno di noi ad aggredire ogni frangente delle nostre giornate con la stessa ilare consapevolezza di cui potrà disporre Chad.
Perchè anche noi non abbiamo fatto niente per esistere, eppure ci siamo. Chiamatelo Caso, Destino o Dio, ma anche noi dobbiamo la vita a Qualcuno che ci ha voluto in questo mondo, in questa giornata, in questo momento. E a ricordarcelo oggi è la piccola, grande Jenni.

 

 

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