Testori e la grande pittura europea

Autore Claudio Spadoni

Pubblicazione: 2012

Editore: Silvana Editoriale

Figura complessa – pittore, drammaturgo, storico e critico d’arte, giornalista – Giovanni Testori (Novate Milanese, 1923 – Milano, 1993) si è distinto per il coraggio di scegliere strade diverse da quelle tracciate dal pensiero e dalla cultura ufficiale. I suoi interessi verso la pittura di realtà e i temi legati ai grandi interrogativi della vita umana ne segnalano la personalità eccentrica. Eros e Thanatos di prepotenza fanno il loro ingresso nella lettura e nell’interpretazione della storia dell’arte creando gorghi e coaguli intorno a figure emblematiche, capaci di portare in trionfo tutto lo splendore, e la miseria, della vita attraverso la materia corruttibile della carne. L’arco della sua proposta – dagli esordi su “Paragone”, la rivista di studi di storia dell’arte fondata da Roberto Longhi, fino agli interventi sulle pagine del “Corriere della Sera” – si svolge in un periodo, lungo più di cinque secoli, compreso tra il tardo Quattrocento e il Novecento. Centrali sono gli amati lombardi, Caravaggio su tutti per la potenza del suo gesto che dalle tenebre evoca la forma con i bagliori della luce, ma anche i cosiddetti Pestanti, il Sacro Monte di Varallo, e poi su fino alle vie aperte al Realismo dai francesi Géricault e Courbet, e alle più recenti vicende che maggiormente insistono sul senso ultimo dell’esistere. Gli espressionisti tedeschi aprono il Novecento, il secolo nel quale campeggiano Giacometti, Bacon e Sutherland, insieme a Ennio Morlotti, l’amico di una vita…

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