Curatela. Incrociare Giorgio Morandi

7. Testori e la critica di poesia

“Quantunque la pittura di Morandi avessi proseguito ad amarla e ad amarla sempre maggiormente, una continua, mai spezzata complessità di ragioni impedì che mi s’offrisse l’occasione per parlarne; o forse fui io a non cercare l’occasione secondo l’argomento meritava. M’è tuttavia caro credere che, nella vita, gli appuntamenti possano rimandarsi affinché si verifichino poi nei tempi e nei modi più giusti. Morandi, per me, era sempre là, sulla riva del gran fiume della modestia e della verità, ad attendermi”.
Giorgio Morandi (1890-1964) non fu un pittore “testoriano”. Il terreno della critica morandiana era appannaggio del suo maestro Roberto Longhi, con il pittore non ci fu una duratura amicizia, complice la spigolosità dell’artista. Testori sapeva quanto il terreno fosse minato: l’amico Francesco Arcangeli, del resto, com’è noto, ne era uscito con le ossa rotte… Non erano mancate occasioni di incontro e sintonia, proprio a casa Longhi, puntualmente raccontate da Testori.
Ma negli anni caldi della produzione morandiana e della critica testoriana nell’alveo longhiano, gli anni Cinquanta, Testori era impegnato su un fronte in qualche modo alternativo della materia pittorica, quello di Morlotti appunto. Tuttavia, Testori non perse la bussola delle proporzioni ed era ben conscio dell’assoluta grandezza dell’artista, si trattava di aspettare il tempo propizio, ormai lontani dalla morte di Longhi (1970) e dell’artista (1964). Non mancarono importanti articoli sul “Corriere della Sera”, come quello qui citato in apertura (1978), ma Morandi poté essere affrontato da Testori anche con uno strumento più libero e incisivo come la poesia: da scrittore poteva permettersi di assestare un colpo secco, una stilettata, senza bisogno di argomentare, di gareggiare con la critica morandiana. Uno strumento critico, quello della poesia, che Testori usò in molte occasioni, anche con amori decisamente più frequentati come Francis Bacon, Rainer Fetting, Caravaggio, Tanzio da Varallo o Géricault, dando vita anche a interventi articolati come le didascalie poetiche del volume FMR dedicato alla Maddalena.
Fiori è un dipinto del 1952 proveniente da Casa Boschi di Stefano, un’opera rappresentativa di uno specifico interesse di Testori che, nel 1981, dedicò la sua poesia proprio a questo soggetto morandiano. La poesia Per Morandi venne pubblicata nel 1985 in un volume dedicato al gallerista Gino Ghiringhelli (1898-1964), con un saggio e foto di Jean-Michel Folon e seguito, fin nei dettagli grafici, dallo stesso Testori, che ne ha conservato un menabò, prove di impaginazione e fotocolor.

Davide Dall’Ombra

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