Banca & Arte in Svizzera 5. Finter Bank

Gucci, Vuitton, Prada, Gino Macconi, Anita Spinelli, l’edicola, il tabaccaio, Fabrizio Soldini, Max Huber?!? Cosa succede? Cosa ci fanno degli artisti in vetrina come fossero prelibati oggetti del desiderio? Succede che da quasi 25 anni la banca Finter  mette a disposizione dell’arte le proprie vetrine, affinché pittori e scultori possano esporre le proprie opere e godere di una grande visibilità. L’idea è semplice ma significativamente originale. Gli artisti guadagnano una propria vetrina, nel vero senso della parola, presentandosi al grande pubblico, grazie a una mostra che continua all’interno della banca, dovutamente pubblicizzata e capace di attirare l’attenzione anche degli addetti ai lavori. Tutto iniziò nel 1982 presso la sede di Chiasso e, dopo qualche anno, anche quella di Lugano si è unita all’iniziativa. Da allora si sono alternate quattro o cinque esposizioni all’anno per ciascuna sede, spesso sincronizzate, a volte indipendenti, superando ampiamente il traguardo delle 150 mostre. Si tratta di numeri considerevoli, analoghi ad una Galleria privata ma con il vantaggio, non da poco, di poter essere totalmente liberi da logiche di mercato. Impossibile scegliere tra i tanti artisti esposti, dai maestri scultori carraresi a Guido Gonzato, Gianni Gianella e Giorgio Upiglio, a Mauro Valsangiacomo, Pierino Selmoni ed Enrico Sala, fino allo scultore attualmente esposto: Emilio Cinquini, il maestro carrista più famoso di Viareggio. La totale libertà di questo spazio lo ha trasformato in uno luogo della città e, non a caso, hanno trovato posto non solo artisti giovani o ancora poco noti in Ticino, ma anche pezzi di storia del Cantone: dalle vecchie divise dei pompieri, alle opere di personaggi della cultura locale che si dilettano di pittura e che, in occasione di importanti ricorrenze, sono state omaggiate con un’esposizione personale. Si tratta insomma di un luogo vivo sulla città, libero da vincoli e usufruibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Le potenzialità sono enormi e non a caso sono molte le banche che hanno imitato la Finter. In futuro l’intenzione è di continuare le esposizioni, sempre all’insegna della valorizzazione e dell’imprevedibilità. E allora ci permettiamo di tentare un suggerimento. Perché non puntare ancora più in alto dopo tanti anni d’esperienza? Si potrebbe usare questi spazi, dalla grande fruizione pubblica, per far vedere ciò che normalmente rimane celato. Mi spiego. Tutti i musei del Cantone sono pieni di opere di grande valore, che non possono essere esposte per mancanza di spazio o perché le mostre temporanee relegano la collezione permanente nei depositi. Perché non pensare ad una politica di esposizione a rotazione di queste opere nelle vetrine? Può sembrare dissacrante ma sarebbe un modo per avvicinare i Musei alla città, raggiungendo anche coloro che normalmente non li visitano. Quanti giovani potrebbero rimanere colpiti da un bellissimo quadro, colto per caso in un’occhiata distratta alla vetrina e, non accontentandosi dell’assaggio, decidere di andare finalmente in uno dei musei della città? Credo che ci sia margine di sperimentazione in questo senso e, dovutamente progettata, senza improvvisare esposizioni raffazzonate, si potrebbe estendere l’iniziativa dalla Finter ad altre vetrine bancarie della città. Ad ogni banca un artista, oppure, coordinate tra loro, una scuola pittorica rappresentata nelle varie sedi della città. Dove esiste una possibilità così nel mondo? Solo alcune città del Ticino, per concentrazione di istituti (e quindi vetrine espositive) e ricchezza di musei, hanno le caratteristiche necessarie per cogliere questa possibilità. Credo che l’iniziativa avrebbe un grande seguito e, di anno in anno, le Banche partecipanti all’iniziativa crescerebbero, trasformando la città in un vero e proprio museo a cielo aperto, definizione fin’ora usata solo per la distribuzione di sculture monumentali nelle strade o nei parchi. Si tratterebbe di una versione riveduta e aggiornata dell’italiano Arcumeggia, paesino della Valcuvia non lontano dal confine con la Svizzera, in cui ogni casa ha un dipinto murale, eseguito da un pittore contemporaneo. Altrimenti sconosciuto ai più, questo piccolissimo centro urbano è invece noto in tutt’Italia per questa particolarità. Vaneggiamenti? Forse, ma se…

MENTRE A ZURIGO… WARHOL, FONTANA, CHRISTO

«We are big enough to serve you, yet small enough to know you» è questo il motto della banca zurighese: abbastanza grandi per ogni tua esigenza d’investimento ma anche abbastanza piccoli per conoscere personalmente ogni cliente. Un sorta di Giano bifronte che sembra riflettersi anche nelle scelte artistiche dell’istituto. Oltre alle esposizioni delle città ticinesi, la Finter vanta infatti una particolare attenzione nei confronti dell’arte contemporanea di carattere internazionale, cresciuta in occasione di mostre personali organizzate nella propria sede di Zurigo e dedicate ad artisti riconosciuti ed innovativi: pittori, scultori, ma anche fotografi come Jean-Baptiste Huynh e la giovane pittura e fotografia cinese, che incuriosisce e appassiona sempre più l’Occidente. Ecco l’elenco degli artisti scelti per illustrare l’opuscolo del rapporto d’esercizio annuale.

1990 Andrea Vizzini 1991 Emilio Croci Torti 1992 Claude Saucy 1993 Christo 1994 Rudolf Mumprecht 1995 Valerio Adami 1996 Heinrich Tessmer 1997 Lucio Fontana 1998 Jean-Baptiste Huynh 1999 Chen Yifei 2000 Andy Warhol 2001 Margherita Agnelli de Pahlen 2002 Roger Pfund 2003 Igor Ustinov 2004 Chinese Contemporary Art 2005 Manolo Valdez

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