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Jean-Frédéric Jauslin interviene al convegno sui musei ticinesi

Tanta carne al fuoco: attenti a non bruciarsi. Il convegno “Politiche culturali e musei oggi: modelli e prospettive”, organizzato dalla Divisione della cultura e degli studi universitari, si era posto l’obbiettivo di fare il punto sulla situazione dei Musei in Ticino…

 

Occorre una rete per gestire la moltiplicazione dei musei

Tanta carne al fuoco: attenti a non bruciarsi. Il convegno “Politiche culturali e musei oggi: modelli e prospettive”, organizzato dalla Divisione della cultura e degli studi universitari, si era posto l’obbiettivo di fare il punto sulla situazione dei Musei in Ticino, creando un’occasione di incontro tra le realtà museali del Cantone e le istituzioni politiche che hanno il compito di sostenerle.

Molti i relatori intervenuti, tra venerdì e sabato, al Museo Cantonale di Lugano e altrettante le tematiche affrontate in un settore, quello dei musei, molto vivo e numericamente in continua crescita. Una congiuntura economica non favorevole obbliga infatti lo Stato a contenere sempre di più i costi e a interrogarsi sul possibile ruolo dei privati. Venerdì è stata la giornata di approfondimento teorico sui temi, ricca di confronti con analoghe realtà italiane. Hanno seguito il saluto del Consigliere di Stato competente, Gabriele Gendotti, interventi sulla comunicazione delle politiche culturali, sul rapporto con territorio e turismo ma anche sullo sviluppo di professionalità adeguate per gli operatori museali. Ad un affondo sulla particolare situazione ticinese è stata dedicata la seconda parte del convegno, apertasi sabato mattina con la lettura dell’intervento del Presidente dell’Associazione dei Musei Svizzeri, Bernard Schüle, assente per malattia. Il consulente della Divisione cultura del Cantone, Carlo Monti, ha illustrato i risultati di un questionario inviato ai musei ticinesi. Tra i dati più attendibili vanno considerate innanzitutto le affluenze, vero tormentone per ogni museo: ben 11 istituzioni dichiarano più di 10.000 visitatori l’anno e 12 più di 5000; anche se non mancano musei con poche centinaia di visitatori l’anno, sono numeri importanti rispetto alla popolazione del Cantone. Vero outsider il Museo del cioccolato che, certo grazie all’attività commerciale connessa, può contare su 250.000 visitatori.

Fra i dati inaspettati da tener in considerazione quelli sulla natura dei musei, per contenuto (26 artistici, 23 storici e 17 etnografici) e proprietà: quelli privati superano quelli pubblici 28 a 21 e già 7 musei hanno una proprietà mista.

Marco Molinari ha poi presentato il progetto del Museo del Territorio di Locarno, per il quale dovrà essere verificata la fattibilità e sostenibilità economica entro il 2006 e che concentrerebbe in sé le funzioni di un museo archeologico, inesistente in Ticino, e naturalistico, la cui attuale sede è inadeguata. L’intervento di Jean-Frédéric Jauslin, Direttore dell’Ufficio federale della cultura, ha rassicurato sulla priorità che per la Confederazione ha la cultura e sulla volontà, pur nella congiuntura economica non favorevole, di continuare a sostenerla. A conclusione del convegno, gli organizzatori hanno voluto tornare sul concetto stesso di cultura e sulla sua necessità, grazie alla prolusione del saggista Iso Camartin. Il merito del convegno, di cui saranno redatti gli Atti, è stato quello di aprire molti interrogativi: come realizzare l’auspicata rete di rapporti tra le realtà museali? È positivo questo prolificare di musei? L’impegno economico e di energie che comporta la creazione del Museo del Territorio è davvero una risposta adeguata per il Ticino e per i possibili fruitori? La maggior parte dei visitatori sono dati dalle mostre temporanee e che fare dele collezioni permanenti che passano più tempo nei depositi che nelle sale? Il dibattito, ci si augura, è solo all’inizio. 

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