Banca & Arte in Svizzera 2. BancaStato

“Erano occasioni”. Tutto iniziò con l’acquisizione di qualche opera d’arte per le proprie sedi: investimenti sicuri e capaci di appagare l’occhio moderno di amministratori e clienti. Fu così che entrarono nella collezione di BancaStato opere importanti e straordinarie come il Progetto architettonico di Henry Moore o il Torso di Cristo di Vittorio Tavernari.

Ma, benché si tratti di opere dall’appeal internazionale e frutto di un’attenzione non scontata, non sarà per queste che verrà ricordata la politica di mecenatismo e collezionismo dell’Istituto. L’intuizione decisiva si sviluppò infatti a partire dal 1984 quando, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede a Bellinzona, BancaStato decise di promuovere la collana “Artisti nel Ticino” per la quale, in quell’anno, uscirono ben dieci monografie dedicate ad altrettanti artisti ticinesi, equamente divisi tra viventi e non. Una collana di volumi meritoria che, in anticipo su istituzioni e musei, portava alla luce gran parte della pittura contemporanea ticinese. La promozione degli artisti, attraverso la pubblicazione dei volumi, andava di pari passo con l’acquisizione di loro opere da parte della Banca; ciò lascia presumere che la nuova sede abbia giocato un ruolo decisivo in questa storia: l’edificio terminato, il trasloco, mobili nuovi e moltissime pareti bianche! Un vuoto da riempire e un’esigenza primaria di bello che trasformarono in pochi anni la sede di BancaStato. Un attento visitatore, capitato nella Banca alla fine degli anni Ottanta, si sarebbe certo reso conto della particolarità dell’Istituto, allora più aggiornato dei musei ticinesi che, a quella data, avevano appena aperto i battenti.

Negli anni, le acquisizioni si susseguirono e la linea ticinese venne perseguita; BancaStato investì i propri capitali, sostenendo artisti e gallerie del Cantone e arrivando a possedere una collezione d’arte contemporanea ticinese, senza pretese di completezza, ma di grande importanza documentaria. Non è un caso quindi che, dopo la pubblicazione di altre tre monografie nel 1990, altrettante, nel 1999 e il decisivo sostegno alle quattro mostre del ciclo Arte in Ticino 1803-2003, l’Istituto abbia voluto esporre le opere più importanti della propria raccolta in una mostra a Villa Ciani.

E il futuro? Compiuti i 90 anni dalla sua fondazione, per la Banca è tempo di bilanci. Il lavoro di valorizzazione e acquisizione dell’arte contemporanea ticinese è arrivato al termine di una parabola e i risultati, con il catalogo della collezione e l’esposizione luganese, sono stati dovutamente resi pubblici. Ora, dopo più di vent’anni, BancaStato, attiva in moltissime forme di sostegno all’attività culturale, sociale e sportiva del Cantone, per il suo impegno nell’ambito artistico dovrà ripensare al proprio futuro e decidere le mosse per il nuovo millennio. Non si tratta di una battuta d’arresto, ma di una necessaria pausa di riflessione per decidere il da farsi. Le possibilità sono molte: acquisire opere di nuovi artisti emergenti ticinesi, avviare nuove pubblicazioni, allargare la propria sfera d’interessi al resto della Svizzera, o del mondo, ampliare la cronologia degli artisti scelti fino all’arte antica, nonché promuovere cataloghi generali, mostre o istituzioni. Staremo a vedere quali saranno le strade intraprese, nella speranza che il figlio dell’ipotetico visitatore della fine degli anni Ottanta, trent’anni dopo, possa stupirsi quanto il padre, entrando nella ormai storica sede di Bellinzona o sfogliando i libri che la Banca vorrà sostenere per il futuro.

Scarica l’articolo in PDF

Leave a Reply