Una Donna armata del suo solo Figlio

Tutto di questa foto sorprendente parla del Natale e lo fa con una delicata ma inesorabile modernità che ci mette spalle al muro.
Nessuno dei pittori che hanno ritratto la Natività l’ha vista veramente. E il fatto che quest’esperienza di visione diretta sia negata anche a ciascuno di noi non ci impedisce di affezionarci ad alcuni dipinti che, a nostro parere, mettono in scena il vero Natale. Inutile ricordare che non è la verosimiglianza storica che c’interessa, basti pensare agli elementi che accettiamo tranquillamente di ritrovare in questi dipinti: indumenti, ambientazioni, paesaggi e Santi tutti appartenuti a secoli dopo…
Ma allora cosa ci fa dire: “Ecco una Natività?”. Io credo che il segreto sia solo in tre parole: “Et incarnatus est”. Un dipinto, o una foto come questa, devono essere capaci di catturare la divinità dell’umanità e l’umanità della divinità. Devono parlarci di Gesù con parole che conosciamo, con una grammatica visiva che sentiamo praticabile, perchè solo così capiamo che in quella realtà quotidiana sta succedendo qualcosa che scassa tutte le regole. Devono raccontarci del Mistero assoluto, di come sia possibile che Dio sia fatto ad immagine d’uomo e che l’uomo, grazie all’Incarnazione, abbia in sé qualcosa di divino. Devono raccontarci, insomma, del primo cortocircuito della storia, senza il quale non ne sarebbero nati altri.
“Dio si è fatto carne” e per crederci veramente abbiamo bisogno d’immagini come questa. Perché Maria doveva essere una ragazza così, capace di unire una forza titanica e una delicatezza senza pari. Tutto di questa foto parla di verità e candore, non c’è retorica nel modo in cui questa donna s’impone sulla scena, c’è solo la forza semplice di una bellezza imperfetta, che fa i conti con la fatica e si concentra nella stretta sicura di un braccio d’avorio che si chiude.Questa foto ci parla di una speranza di cui sappiamo di poter far parte. Ed è questo che me la fa amare più di ogni altra. Noi non siamo esclusi da una Maternità così, perché il paesaggio è la scarna, lucida e fredda ambientazione di ognuna delle nostre città e la purezza dell’intonaco bianco, la semplice solidità di quello scorcio di ringhiera sembrano dirci: “Ti sono venuta fino in casa”.Quel volto che buca si fa forza del suo solo candore e, di candore in candore, la chiaritudine della pelle di questa madre trasecola in quella di un figlio dalla bellezza che sembrava impossibile, ma che c’è.
È un’immagine vera, perché è fatta di pochissimo ma non ti fa sentire la mancanza di nulla, la guardi e ti senti in pace, ricco… la guardi e pensi una cosa che non pensi mai: “Non ho bisogno di nient’altro per essere felice!”.
È un’immagine di Natale che dà speranza, che ci dice di non aver paura, perché non ci sono tempi abbastanza duri da impedire ad una Donna armata del suo solo Figlio di entrarti ancora una volta nella vita, illuminandola di bellezza e speranza.

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