La Madonna del Divenire

Accade ancora di ricevere una lettera percossa a mano da una bella grafia. Accade ancora di sorprenderti col cuore debole nell’aprirne la busta. Accade di procedere nella lettura titubante, nel timore o presentimento che la persona cara che non senti da mesi ci metterà pochissimo a commuoverti, ferirti, esaltarti o deluderti. C’è una gioia impagabile nel tremore dell’attesa per qualcuno che sta, inaspettatamente, ritornando nella tua vita. Quanto lo hai desiderato senza avere il tempo di dirtelo… Te ne accorgi solo ora, mentre stringi quei due fogli di carta spessa e ti sembra di non aver vissuto che per quello. C’è da ringraziare per i momenti in cui siamo disposti a lasciarci sconvolgere la giornata da qualcuno che riaccade. Basta poco, infondo, lo riconosci al volo, sai benissimo che è quello che stavi aspettando. Riaccade in un lampo e t’avvampa la vita, perché chi ha molto avuto, molto attende.

In queste ore di avvicinamento al Natale, sono i tratti nuovi e conosciuti di questo dipinto di Bartolomeo Cavarozzi (1586-1625) a dar corpo alla nostra attesa. Una giovane ragazza rubiconda, il suo bambino pinguo e un anziano tassello di saggezza ben piantato a coprirle il fianco, emergono per noi sul proscenio, a favore di un faro ben piazzato che li strappa al fondo nero.

È la semplicità di questa Vergine a disarmare, è la naturalezza di questa contadina dalla camicia buona che, per recuperare un manto, sembra aver sacrificato il lenzuolo bordato a giorno del corredo, quello lungo abbastanza per ricavarne un vestitino per il Bimbo.

Madre e Figlio sanno bene di essere ripresi dal fotografo e guardano in macchina, ma la semplice verità della scena rimane inalterata. Perché quei capelli un po’ stopposi, per quanto possa averli spazzolati, danno ancora l’impressione della fatica domestica appena fatta e il sospetto un po’ imbronciato del Bambino che si stringe alla madre è quanto di più naturale e quotidiano possiamo conoscere.

Cavarozzi è un vero esperto di Madonne con il Bambino: nella sua breve carriera – morirà a 39 anni – ne realizzerà diverse e tutte sorprendenti, modello per molti imitatori. Madonne vere, di una semplice dolcezza che disarma, destinate a imporsi con la persuasività di chi non ha niente da difendere. Ha appreso bene, e in fretta, la lezione di Caravaggio,
il pittore viterbese. Ha capito che il naturalismo del Merisi aveva superato tutti a sinistra e si è sentito libero, anche lui, di allontanare la madre di tutte le madri da qualsiasi regalità, il figlio di ogni figlio da ogni possibile alterigia e immergere Giuseppe nella grandezza della propria piccolezza. Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di questa fresca e franca tenerezza di verità. Dio solo sa quanto ci serva ritrovare, al fondo della nostra attesa, Qualcuno disposto a farci posto accanto a lui.

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